Wednesday 10 June 2009

Non ti capisco.

Seduta. Sono at The Counter. Seduta. Penso. Scrivo. Respiro forte, a volte neppure me ne rendo conto. A volte, le persone intorno a me si girano preoccupate. Sospiri d'ansia che tormentano i passanti che brevemente incrociano il mio sguardo. Bevo caffe', non dovrei, sono talmente nervosa che potrei esplodere. Nervosa. Gilipollas. Ho un macigno sul cuore, mi pesa l'esistenza. Mi uccide pensare che un'altra volta sto nuotando nello stesso stagno, che mi sono volontariamente gettata nell'acqua rancida di sempre.
Ci mettero' un po' a togliermene l'odore di dosso, adesso. Se solo volessi togliermene l'odore!! Perche'non voglio, realmente; perche' questa puzza di marcio mi ricorda di noi due, mi fa credere che qualcosa potrebbe ancora succedere, che non sono state parole dette senza intenzione, che dietro l'incapacita' di aprirci c'e' un reale e tangibile interesse.

Illusa.

Fifona.

Cogliona.

M'aggrappo alle parole, come sempre. Le afferro e le stringo forte, talmente forte che cambiano di significato, perdono consistenza, sudano, si sciolgono, apro la mano e sono scomparse. Rimane una patina burrosa sul mio palmo stanco, sul mio palmo pieno di tagli e cicatrici.
La patina, altro segno della tua presenza. Mi ricorda il tuo odore. Il tuo odore che, cazzo, non riesco a dimenticare.
Ho fatto la doccia tre volte, ieri. Tre volte, ma tu persisti sul mio corpo. Ho messo crema, deodorante, profumo. L'odore del tuo sperma mescolato al tuo sudore ha creato un'essenza appicicosa che mi e' filtrata tra i pori della pelle. Non me ne riesco a liberare.
Ora mi alzero', puzzando di te, hijo de puta, andro' a casa e mi faro' un'altra doccia. Se non funzionera', se non riusciro' a togliermi il tuo odore di dosso, mi scortichero' uno strato di pelle. Non importa se fara' male: il tuo ricordo e' troppo pesante per continuare a portarlo con me.

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