Saturday 3 October 2009

Tuesday 29 September 2009

.... 2

LA GENTE HA GLI OCCHI TRISTI.

di COSA si è riempito il MONDO

SE NON C’E’ NULLA

CHE colmi IL cuore?

Monica Maggi

POETESSE ARGENTINE 3

[...]: él reniega de mí
y yo
sùbitamente envejezco.


Yo
La que sabía donde estaba el paraíso.


Saudade, Silvia Barei

POETESSE ARGENTINE 2

Che meravigliosa scoperta, le poetesse argentine. Adoro tutto questo, adoro scoprire nuove vibranti voci che cantano strofe nel mio cuore!!

TANTAS PALABRAS PARA QUEDAR EN SOLEDAD
PARA DEJAR CAER LO MEJOR DE CADA UNO
PARA BORRAR LAS BUENAS NUEVAS DE LOS MUROS.

QUE DIA DE TU VIDA ALBERGARA’ MI NOMBRE?
[...]
QUE EXTREMO DEL CIELO ME GUARDAS?

Dobles/ez, Silvia Barei

POETESSE ARGENTINE 1

Dev’essere davvero un altro mondo, il Sudamerica. Leggo poesie di Gioconda Belli, Maria Teresa Andruetto, Glauce Baldovin, Gigliola Zecchin ed entro in un’altra dimensione. Fatta di natura, di frutta matura, di piante e di cucina, di farina, fiori e dolci e spezie, di nonne vecchissime dai nomi improbabili, di magia, di donne vere, dee della fertilità e uomini piccoli e fragili da loro consolati.
Fotografie in bianco e nero spaccano il ricordo.

Leggo queste poesie che viaggiano ad un altro ritmo, che m’inducono a leggere più lentamente, a scandire le parole mentalmente. Queste donne che trasformano il più semplice gesto quotidiano in un’entusiasmante avventura, che risolvono la tristezza e le grandi catastrofi con poche parole: “Ieri ho fatto un dolce di pesche”. Perché si, in fondo, il resto non é poi cosí importante.

“Per averti snocciolo il tempo”

Quest’emicrania proprio non vuole smettere. Mi sta perseguitando dal momento in cui ho messo piede in terra natale. A volte, si affievolisce per poi tornare con forza annientatrice. Fitte che mi martellano i pensieri, che mi trapanano la membrana cerebrale.
M’interpello sull’origine di questa cefalea che m’assale con ripetuta insistenza. Ora, si sta espandendo alla zona posteriore, alla nuca ed ai suoi lati. Scenderà fino al collo, invadendo la zona cervicale con lievi, ma acute punture di spillo. E s’insedierà imperterrita per ore, fino a diventare parte di me.


Penso troppo, lo so. Un pensare sterile, un rimuginare gli eventi volendo predirre il futuro: il più distante ed il più prossimo. Non un riflettere razionale, bensí un arrovellarsi su fatti che non posso stringere in pugno, facendo progetti impalpabili, sognando il presente invece di viverlo, a volte. Affibbio a tutto ciò la causa delle persistenti cefalee.
Poi, vi penso meglio; esamino le condizioni atmosferiche, la latitudine, la longitudine, le temperature, la pressione e giungo ad un’altra conclusione.

È solo l’assenza di te.